sabato 8 settembre 2012

La enfermedad

Vedi, lei è come una malattia. Lei È una malattia. Ti entra immediatamente nel sangue, con la stessa facilità con cui un batterio attraversa una ferita aperta...


  Vedi, lei è come una malattia. Lei È una malattia. Ti entra immediatamente nel sangue, con la stessa facilità con cui un batterio attraversa una ferita aperta. Da lì si diffonde ovunque. Le tue labbra diventano secche, il respiro si fa più corto, hai quasi la sensazione che i tuoi polmoni non siano più in grado di trattenere ossigeno… la febbre sale, ti tremano le mani e inizi a sudare. Ma poi… poi arriva al cervello e inizi il tuo delirio febbricitante nel quale non sai più né chi sei né cosa stai facendo. E la tua follia ti fa credere che l’unico antidoto sia il virus stesso, ti crea dipendenza, non puoi far altro che continuare a d assumerla e più ne hai più senti la necessità, impellente, di averne ancora. E no, non illuderti di poter mai guarire. La allontani facendo violenza a te stesso, ti aggrappi a tutti i tuoi pensieri razionali e credi che il tuo organismo abbia finalmente formato gli anticorpi. Poi ti basta rivedere anche solo l’incavo delle sue ginocchia o ritrovare, distrattamente perso nella tua stanza, uno dei suoi capelli perché la febbre torni a salire e tu riprenda a delirare. Non c’è cura amico mio, non può esserci. Sei malato di lei e di lei morirai. E ciò che ti rende folle è il sapere che non vi è altro modo nel quale vuoi morire se non di quel miele avvelenato che stilla dalle sue labbra

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