sabato 2 dicembre 2017

L'albero che coraggioso ha fatto strada alle sue radici in mezzo all'asfalto.

"Perchè io, Simon, ti ho dato tutto. Il mio tempo, il mio amore, la mia tenerezza, il mio perdono. Ti dissi all'inizio della nostra storia che saresti stato l'uomo piú amato e rispettato del pianeta e mi sembra di non aver mai tradito tale promessa. Ma tu... oh, credi davvero io non sappia tutto ciò che hai fatto o pensato? Posso darti l'elenco delle tue amanti, dirti il giorno esatto in cui ti hanno mollato. Potrei redigere senza sforzo una mappa di tutti i tuoi temporali o giorni di sole o vento degli ultimi quattro anni. Perchè è questa la differenza tra noi: che io ci sono stata in ogni istante, persino quando non c'ero, persino quando neanche ti accorgevi di avermi accanto. Mentre tu per me eri quella pianta da curare in ogni stagione, da annaffiare, da proteggere dal gelo invernale e dall'arsura estiva, quella pianta di cui ammirare i fiori in primavera e il mutare delle foglie in autunno, io... io per te sono stata solo l'albero che coraggioso ha fatto strada alle sue radici in mezzo all'asfalto. L'albero alla cui ombra potevi sedere senza paura ti cascassero in testa le sue pigne, quello i cui rami erano cosí forti che mai ti avrebbero lasciato cadere. Non nego che tu ogni tanto abbia distrattamente potato qualche ramo, o eliminato qualche parassita. Ma quell'albero sa che avrebbe dovuto affrontare il piú rigido inverno contando solo sulla sua linfa e le sue radici, perchè mai saresti uscito nella tormenta per salvare uno dei suoi rami dalla neve. Tu sostieni che in qualche perverso modo tu mi ami, e io non dubito tu dica il vero. Di certo ami i frutti che per anni hai colto da quei rami. Ma non ti sei mai soffermato a pensare a tutta la sofferenza che ha dato loro vita, a quanto possa esser stato doloroso trasformare il proprio legno in germogli, fiori e infine frutti. Questa è la differenza tra noi: che tu non ti sei mai fermato un attimo a riflettere se seriamente meritassi tutto ciò che ti ho dato. Le notti insonni passate al telefono con te quando non potevi dormire, il modellare l'intera mia esistenza attorno alla tua in modo da non crearti mai il minimo fastidio nei tuoi incastri tra concerti e vita sociale. L'averti sempre accolto, anche quando l'unica cosa che sai avresti meritato sarebbe stata quella porta sbattuta con furia in volto. E no, non uscirtene con la patetica scusa di non avermi mai chiesto nulla di tutto ció. Perchè ognuno di noi sa se sta meritando quanto gli altri ci donano, e sa qual è l'esatto istante in cui il debito di riconoscenza fa pendere uno dei bracci della sua bilancia troppo repentinamente da una parte. Tu lo sai benissimo. Potrei perdonarti se credessi che non te ne sia mai accorto ma sappiamo entrambi che è cosí, che hai sempre pensato che un giorno avresti pareggiato i conti. Ma lunghi inverni sono trascorsi e il gelo si è insediato nelle mie radici. E quei rami colmi di fiori sono diventati sterili a causa dell'incuria. Io me ne vado Simon. So che piangerai e tenterai di rimediare. Ma non me ne importa: è qualcosa che avresti dovuto fare molto tempo fa. Prima che fosse troppo tardi" (La triste regalità delle semibrevi)

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