mercoledì 18 marzo 2009

twice the

A volte dimentico chi sono

A volte dimentico chi sono
E vivo in uno spazio etereo
Dove il nulla si può plasmare
Facendone libellule.

A volte dimentico la strada
E vago in aree chiuse da un sussurro
Demoni e morti
Demiurghi invadenti
Falene stridenti di peccato
Urlano urlano.

A volte vorrei fosse già finito,
Lasciare ad altri il peso delle mie scelte
Continuare sola a camminare
Chiudere gli occhi immaginando
Che taceranno per sempre.

A volte urlo la mia mancanza
Quella grata chiusa a doppio chiavistello
Il terrore osceno che provoco
In chi vorrei solo m’amasse.

A volte il pugnale nella mia destra
Cade a terra inerme
E resto disarmata
Sotto il plumbeo inneggiare
Di chi vede e stenta a credere.


18/03/2009



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