giovedì 10 ottobre 2013

Gusci sulla spiaggia

E ti chiedi come sia possibile che ciò che ti sia sembrato così luminoso in taluna circostanza dimostri la sua banale ordinarietà in un altro contesto

"Vedi, Morges, le prime volte è semplice paura. Hai il terrore di restarci fregato un'altra volta, hai paura di coinvolgerti, paura di perdere nuovamente il senno e la dignità dando tutto ciò che possiedi a qualcuno che lo svenderà su un lurido tappeto di qualche improbabile bazar indiano. Perchè è questo, questo ciò che fanno, Morges. Tu dai loro quanto di più prezioso hai, le innalzi a divinità alle quali tutto sacrificare e alle quali far tendere ogni singolo fine della tua breve esistenza. 
Non hai tempo per te, ma per loro lo trovi sempre. Puoi rinunciare a mangiare purchè esse siano ben nutrite, patire il freddo perchè esse abbiano di che scaldarsi, non dormire la notte per riflettere su come risolvere un loro problema. Saresti capace di impazzire se solo capissi che sono infelici, impazzire chiedendoti cos'hai fatto di sbagliato perchè non sorridono. Ogni loro singolo sbalzo d'umore diviene il metro del tuo valore. Sì, arrivi a misurarlo su quello, sul loro grado di felicità. Se sono felici vali qualcosa. Ma se non lo sono... 
O, se non lo sono, Morges, non puoi fare a meno di convincerti che sia colpa tua. Perchè sei tu ad aver sbagliato, a non esser stato capace di consolarle, di dar loro quello di cui necessitavano. 
E ti senti più inutile di una lattina vuota abbandonata sulla spiaggia, così schiacciata che neanche il più disperato dei paguri potrà mai utilizzarti come conchiglia. Ossi di seppia, scriveva qualcuno... 
E quando avrai dato tutto ciò che avevi e loro se ne andranno... Oh! Il tuo senso di inutilità raggiungerà vette atrocemente alte, ti chiederai continuamente se e dove hai sbagliato. Ti chiederai continuamente se e perchè sei sbagliato. 
Questo terrore durerà un po' di tempo, Morges, poi un giorno ti sveglierai accorgendoti che qualcosa di più terribile è accaduto. Ti accorgerai che ciò che ti impedisce anche solo di socchiudere la porta della tua vita a qualcuno che vorrebbe entrarvi sorridendo non è più la paura, ma qualcos'altro. 
E' la sensazione di essere ormai ridotti a un guscio vuoto. Di aver completamente esaurito le risorse da spendere. Lei dice di amarmi Morges, ma io non capisco come si possa amare un fantasma, un uomo che altro non è se ormai l'ombra di se stesso. 
Egoisticamente arrivi a pensare che forse lo stai facendo anche per lei. Che le stai risparmiando una delusione terribile. Se ci pensi con razionalità la guardi... è così carina, sorridente e ingenua che non puoi permettere che si avveleni con uno che ormai non crede più in nulla. Lei si avvicina come fanno i gattini che vorrebbero una carezza e anche se tu provi un impeto di tenerezza il tuo braccio rimane bloccato, tranne poi alzarsi per scostarla, quasi per difenderti. 
Perchè non puoi, non puoi illuderla. Perchè sai di non avere più niente da darle. Tutto ciò che avevi ti è stato portato via dopo averlo dolorosamente regalato. E non rimpiangi l'averlo donato. No, ti rimproveri l'assurda ingenuità che ti ha fatto dare tutto te stesso a chi ha valutato il tuo dono meno di un guscio di conchiglia ordinaria trovato sulla spiaggia... Uno di quei gusci che sulla battigia sembrano brillantissimi e che quando, dopo averli dimenticati nel fondo della sacca, li ripeschi al momento di riporla, ti dimostrano tutta la loro opacità. E ti chiedi come sia possibile che ciò che ti sia sembrato così luminoso in taluna circostanza dimostri la sua banale ordinarietà in un altro contesto"

5 commenti:

Unknown ha detto...

Molto bello, Mauri.

Lamauri (maurilia brighina) ha detto...

grazie :)

Anonimo ha detto...

Scorre leggero...leggendo si sente emergere una delicata musicalità.
Mi piace.

Anonimo ha detto...

Scorre leggero...leggendolo emerge una delicata musicalità.
Mi piace....molto

Lamauri (maurilia brighina) ha detto...

Grazie Filippo