martedì 20 ottobre 2009

Treni


Ci sono giorni in cui tutto ciò che ti scorre dinanzi gli occhi sembra farlo senza toccarti minimamente.Sono i giorni che passano pigri, quelli nei quali non ti fermi un attimo a riflettere




Ci sono giorni in cui tutto ciò che ti scorre dinanzi gli occhi sembra farlo senza toccarti minimamente.Sono i giorni che passano pigri, quelli nei quali non ti fermi un attimo a riflettere, non ne hai il tempo nè la voglia, li trascorri e la sera non sai dire a te stessa cosa abbiano mai potuto insegnarti. Per somma fortuna la maggior parte dei nostri giorni trascorre così, nell'assoluta e divina indifferenza. Sarebbe troppo doloroso altrimenti. Vedi il paesaggio scorrere dal finestrino e non hai idea di dove tu stia andando. Nè tantomeno ti importa saperlo. finchè resti a bordo di quel treno chiamato vita alla fine sai sempre che da qualche parte arriverai.
Ci sono altri giorni.
Giorni nei quali ti chiedi perchè occupi quel vagone pieno di bambini urlanti e paesaggi scrostati quando eri salito a bordo con un biglietto di prima classe. E ti accorgi che sei lì perchè piano piano ti hanno fatto spostare, ti hanno fatto credere che non meritassi il servizio in bicchieri di cristallo o le lenzuola di seta. E a furia di ripetertelo ti hanno convinta.
Hanno plagiato così tanto la tua mente che non hai più nemmeno la forza di protestare con il capotreno. Anche se sai che hai ragione, che persino la legge sarebbe dalla tua parte. Ti accontenti di spingere più in là chi è più debole di te perchè non s'appoggi con le sue scarpe sui tuoi vestiti e speri che la prossima fermata sia vicina.
E poi ci sono ulteriori giorni.
Giorni nei quali decidi di scendere. Chi se ne frega se il treno non si ferma. Decidi che è meglio rimanere invalidi che continuare a protestare per un biglietto che non ti rimborseranno. Che è meglio andare a piedi e godersi il paesaggio dal vivo anzichè ammirarlo scorrere da dietro dei vetri sporchi. Ma la paura di ciò che potrebbe esserci appena oltre l'orizzonte ti attanaglia e la tua rabbia si ritira timorosa in un angolo lasciando spazio alla rassegnazione.
E a quel punto ti chiedi se ti sarà mai rimborsato quel biglietto costato anni che avresti potuto impiegare diversamente, fatica che avresti potuto risparmiare. Altri mezzi di trasporto che hai deciso di non prendere. E non ti resta che piangere su te stessa e la tua vigliaccheria

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono giorni e giorni... sai che cambieranno e non saranno sempre gli stessi. Dopo avere pianto per la vigliaccheria poi si piange per la rabbia,e la voglia di ribellarsi, di reagire diventa sempre più urgente. Preferisco sbagliare agendo che lasciare agli altri questo privilegio: sono viva!
Bel post Mauri. Non smettere di scrivere ^_^
ina

Anonimo ha detto...

ciao maurilio
sai che quella è la prima fotografia di peppino leone fatta quando aveva sedici anni
lì decise di diventare fotografo
e fece bene
carmelo