mercoledì 27 ottobre 2010

Quando cadde la neve


Nel folle, triste carnevale
Danzavano i coriandoli
che trasformavano le strade
Nel folle, triste carnevale
Danzavano i coriandoli
che trasformavano le strade,
più simili adesso a quell'eremo
quando cadde la neve.

E tu, mascherato come sempre,
ti sentivi a tuo agio tra la gente,
il tuo costume da zorro ti rendeva lui
fiero, forte e coraggioso.

Quando cadde la neve
c'era un fioco turbinio di lampioni
io non c'ero e non ci sarei mai più stata,
ero persa tra i miei fogli bianchi
e le mille parole con le quali usavo riempirli
la katana al mio fianco come sempre,
i capelli sciolti che danzavano
e si confondevano con il polline
della mia eterna primavera.

Non avevo bisogno di te
perché ai miei pensieri
non serviva nulla di tangibile
sorridevo nel vento
felice di essere al mondo
grata di ciò che ero
delle mie gambe abbronzate,
dei miei verdi occhi
dei miei pensieri che sfidavano l'altrui comprensione.

Mi sentivo simile
a un folletto silvestre
che può celarsi e rivelarsi all'improvviso
e la gente sembrava anni luce lontana da me
sembrava qualcosa di così ordinario
e banale.
Le rose continuavano a fiorire
nonostante la tua assenza,
si ergevano fiere sui loro steli
e profumavano altre pelli
più candide e lievi.

Ti accontentasti delle margherite
che crescevano spontanee
e non andavano curate.

E un giorno,
mentre la neve cade,
ripenserai a quei petali di rose
nell'afa estiva
che intorno a noi danzavano
e dirai a te stesso
che avermi dimenticata
era l'illusione più folle che mai coltivasti

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