lunedì 8 novembre 2010

L'abbandono


Ti aspettavo ogni sera, quando rientravi quasi sempre stanco e incazzato. Ti venivo incontro festosa, anche quando tu mi degnavi a malapena di un saluto... Ti aspettavo ogni sera, quando rientravi quasi sempre stanco e incazzato. Ti venivo incontro festosa, anche quando tu mi degnavi a malapena di un saluto. A volte stavo per ore in un angolo, perché capivo che la mia presenza in quel momento ti infastidiva, perché avevi problemi più gravi ai quali pensare, perché alla fine io riuscivo a cavarmela da sola e non volevo darti ulteriori pensieri. Ti amavo, molto. Ero felice quando uscivamo insieme e gli altri mi salutavano come se fossi realmente un pezzo importante della tua vita. Quando andavamo fuori città, giocavamo a rincorrerci, alla fine finivamo sempre abbracciati sull'erba. Sempre quando gli altri non ci vedevano, perché altrimenti per te non sarebbe stato dignitoso. Ero felice che tu avessi scelto me, pensavo di essere la più fortunata della terra. All'inizio mi accarezzavi sempre, eri felice quando dormivo accanto a te, mi facevi decine di foto che pubblicavi fiero dei commenti. Un giorno cambiò tutto. Cambiasti tu. Tornavi a casa serio e mi trattavi quasi come se fosse un fastidio. Io però ti capivo e cercavo di disturbarti il meno possibile. Credevo sarebbe passata e che saremmo andati di nuovo insieme al mare. Invece al mare ci andasti da solo. Mi lasciasti sull'autostrada chiedendomi perdono. E io ti perdonai. Mi giurasti che saresti tornato a cercarmi. Non tornasti mai più. All'inizio pensai che fosse stata colpa mia. Forse ero troppo rumorosa. Forse la casa era troppo piccola per tenere anche me. Restai ai bordi di quella strada mangiando ciò che capitava, nell'attesa che tu potessi mantenere le tue promesse. Spero che tu non ritorni mai più. Perché se prima ti avrei accolto scodinzolando e con la gioia negli occhi adesso ti ringhierei contro e ti morderei nelle tue parti basse. Nel periodo nel quale sei stato cieco avevi bisogno di me. Avevi bisogno di qualcuno che ti guidasse, che evitasse che andassi a sbattere camminando, che le auto ti investissero. Adesso che i tuoi occhi vedono di nuovo anziché comprarmi una nuova cuccia e un collare più bello mi hai abbandonata. Perché adesso che non hai più bisogno di me non ha senso tenermi. Perché così puoi andartene in giro senza avere la preoccupazione di chi a casa aspetta che torni. E poco importa se io avevo creduto a tutte le tue promesse, se avevo aspettato sul ciglio di quella strada che tu tornassi a riprendermi. Se avevo fatto di tutto per non essere mai un peso, trattenendo il peso delle lacrime quando la vescica mi scoppiava anziché bagnarti i pavimenti. Poco importa che ti avessi consolato quando eri triste, che avessi allontanato le persone che parevano minacciarti. Ieri sei passato di qui. Avevi un nuovo cane accanto a te. Spero non creda nulla di tutto ciò che gli prometterai. E che ti azzanni nel sonno, proprio quando chiudi gli occhi tranquillo perché sai che lui è lì a proteggerti

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