Perché l'amore finisce? È giusto dire che finisce o dovremmo presupporre che nel momento stesso in cui lascia i nostri cuori e le nostre anime ci dia chiara dimostrazione di non essere mai esistito?
Perché l'amore finisce? È giusto dire che finisce o dovremmo presupporre che nel momento stesso in cui lascia i nostri cuori e le nostre anime ci dia chiara dimostrazione di non essere mai esistito? Ci si illude di essere innamorati per dimostrare a noi stessi che ne siamo degni o è sul serio tutta una faccenda di casualità che fa sì che i nostri occhi si incrocino e dopo qualche tempo non vogliano più farlo?
Ritengo non esista risposta, così come non esistono risposte alle domande più importanti della vita.
Se è vero che biochimicamente l'amore è causato da neurotrasmettitori cos'è che li mette in moto? E soprattutto cos'è che fa sì che all'improvviso, senza una ragione apparente, queste sostanze decidano di scemare lasciandoci davanti agli occhi dell'altro in tutta la nostra miseria che prima gli era celata? Cosa cambia?
Forse la teoria neurologica è un modo di sottrarci alle nostre responsabilità? Presumere che un amore finisca perché qualcosa è cambiato nel cervello dell'altro ci libera da ogni senso di colpa. Non potevamo prevederlo, non potevamo far nulla affinché non accadesse. Siamo vittime del destino e basta. Ci piace pensarlo. Ma il tarlo che rode le nostre viscere è un altro, è il tarlo che tendiamo a zittire e a mettere all'angolo quando viene fuori improvvisamente e scardina tutte le nostre certezze e la nostra autostima.
Quel tarlo che ti sussurra piano che non devi prenderti in giro. Che sai benissimo che è colpa tua. Che sai benissimo che, nonostante i tuoi proclami e le rassicurazioni dalla parte opposta, non hai fatto proprio tutto. Che avresti potuto agire diversamente. Che dovevi smetterla di essere te stesso per agire secondo i dettami di un'improbabile schema che a te sembra essere quanto di meno somigliante ai sentimenti possa esistere, ma che tutti assicurano funzioni.
Che dovevi essere meno disponibile e più menefreghista, così lei non si sarebbe stancata. Che tutto ciò che hai fatto è stato sbagliato, perché l'amore è una guerra e tu ti sei presentato disarmato. E a quel punto non capisci se tutte le persone che stanno insieme da una vita lo facciano perché continuano a fingere dopo tanti anni o se le teorie sono tutte sbagliate.
E a quel punto arriva il demone più feroce e bastardo a renderti la vita un inferno e le notti insonni. Quello che ti suggerisce che non siano state le tue mosse ad essere sbagliate. Ma che sia tu ad essere sbagliato.
Parli con gli altri e nessuno ti dice che è vero. Tutti negano che in te ci sia qualcosa di geneticamente sbagliato che faccia sì che le tue storie non funzionino. Ma tu rifletti da solo nella tua stanza. E rifletti sul fatto che tutte le tue ex, una volta che le hai mollate, ne hanno trovato un altro col quale sono state e continuano ad essere felici. Mentre tu continui a girovagare come un carrozzone di zingari da un'isola all'altra senza mai poter trovare pace. E una volta che avevi deciso che l'isola era quella giusta è arrivata la marea e l'ha sommersa senza darti il tempo di fuggire. Sei rimasto sommerso lì sotto. E non vuoi deciderti a tornare in superficie.
lunedì 3 ottobre 2011
Perchè l'amore finisce (Anedonia, cap. 5)
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