giovedì 14 febbraio 2013

Requiem

Ci ho provato. Sul serio. Ho provato a strappar  via....


Ci ho provato. Sul serio. Ho provato a strappar via quella parte di me che non andava bene così come si fa con i denti cariati o gli occhi destri che causano scandalo. E forse stavolta c’ero anche riuscita. Non era una maschera da portare per celare il viso tumefatto. 
No. Era qualcosa che proveniva da dentro, la sensazione che, forse, se fossi riuscita ad essere ciò che non ero, tutto sarebbe cambiato. Cambiare. Quella parola che tutti, sempre, avete pronunciato e con la quale siete sempre riusciti a convincermi di essere sbagliata nei miei eccessi, nei miei deliri di diazepam e brandy da scaldare. Nelle note stridenti di versi troppo osceni per essere pubblicati, nel mio sfrenato esibizionismo, nella perenne dissacrazione di tutto e tutti. 
Non ti ho mai mentito. Mai, neanche una volta. Ero veramente io quella persona totalmente diversa da come il mondo la conosceva. Con uno stupro alla mia anima ero riuscita a fare anche questo. Quello che mi fa ridere è come tutti siate affascinati morbosamente da me e poi vogliate cambiarmi. È una costante fissa della quale non ho mai capito il senso. 
Devo ammettere che forse non l’hai mai fatto. Mai direttamente. Ma il tuo scostarti da me quando gli altri ci guardavano, quell’impressione che io fossi sempre al posto sbagliato è bastata. 
Tu hai sempre pensato che ce l’avessi con te. Non è mai stato vero. Mi sei sempre stato bene così come sei, con le tue mille contraddizioni, le tue paure celate e i tuoi silenzi che urlavano. 
Richiamo le truppe e torno al castello. Lì dove volano le aquile sui merli delle torri e dove a nessuno importa che io sia una sociopatica che nessuno vorrebbe mai presentare alla propria madre. E non lo faccio con amarezza, tutt’altro. 
Lo faccio con la consapevolezza di chi ha perso una battaglia perché non aveva capito le caratteristiche del territorio che voleva conquistare. Nel mondo normale dovrei concludere dicendo che non troverai mai un’altra regina come me. Ma non è vero. Ne troverai altre mille e sarai felice di loro.

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