sabato 28 febbraio 2015

Della Rabbia

La rabbia... è una manifestazione che crediamo esser causata da circostanze esterne ma, se riflettiamo, ci rendiamo conto che così non è

La rabbia... è una manifestazione che crediamo esser causata da circostanze esterne ma, se riflettiamo, ci rendiamo conto che così non è. Lo stesso evento può causare ira in me e non in altri. O ancora, lo stesso evento può causare ira in me in un determinato giorno e lasciarmi indifferente in un altro. O ancora, lo stesso evento può causare o meno ira a seconda di chi vi è coinvolto. Se il mio animale domestico o il mio bambino piccolo causa un piccolo incidente, ad esempio rovescia sul pavimento i vassoi con la pasta che ho appena finito di preparare, sarò un attimo stizzita, ma di certo la mia ira non sarà monumentale. E, soprattutto, non porterò rancore. Se la stessa azione viene fatta da un mio nemico la mia ira sorgerà implacabile. 
Non vi è dunque l'evidenza per affermare che la rabbia sia qualcosa di esterno da noi e che possa scaturire da condizioni esterne. Deve quindi essere qualcosa che concerne la nostra interiorità. Quando sorge? Se riflettiamo ci accorgeremo che essa sorge nel momento in cui ci sentiamo fragili, quando sentiamo che il nostro io viene messo in discussione. Un insulto che ci viene rivolto in privato causa in noi assai meno ira dello stesso, identico insulto rivoltoci in pubblico. Non può dunque dipendere nè dall'azione in sè nè dalla sua natura. Potremmo dire allora che dipende dalle circostanze. Ma da quali circostanze? Dall'ambiente esterno o dal nostro sentire interiore (anche in relazione ad esso)? Non credo vi siano dubbi sul fatto che sia la seconda ipotesi. Riteniamo addirittura sia necessario vendicarci di talune onte pubbliche. 
Ma siamo noi ad aver deciso o è la società che sembra aver stilato una lista di azioni e di reazioni da avere nei loro confronti? Perchè se il mio partner mi tradisce posso sentirmi semplicemente ferita quando sono sola o con un amico fidato e invece sento la necessità di dimostrarmi irata in pubblico? E' una reazione o è piuttosto una risposta sociale affinchè gli altri non percepiscano il mio vero stato d'animo. 
La cosa aberrante è che socialmente la rabbia sembra essere più accettabile della fragilità. Accettiamo la figlia trincerandoci dietro le parole "Siamo solo umani" e rigettiamo la madre, che è la vera impronta di quell'umanità che vorremmo tanto celare a noi stessi e al mondo. Probabilmente l'unico modo per superare la rabbia è aumentare la nostra consapevolezza sul fatto che non vi è nulla di sbagliato nell'essere, a tratti, fragili. E nel contempo occorre capire come la società ci condizioni. Società che dalle nostre manifestazioni di ira non trae alcun vantaggio se non il gusto perverso e voyeuristico di assistere alla sua manifestazione, attestante la nostra fragilità. E questa attestazione fa sì che chi ci circonda si senta più forte, migliore di noi. E se fosse questo il motore di tutti i mali del mondo? Il sentire in qualche parte del nostro io che non solo dobbiamo essere migliori degli altri ma che dobbiamo a tutti i costi dimostrarlo?

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